La sindrome del gluteo morto che blocca i tuoi risultati. "Dead Butt Syndrome": cause e rimedi
Descrizione del post del blog.
Pietro Virga
6/3/20253 min read
Introduzione
Ti alleni con costanza, esegui esercizi per i glutei, curi l’alimentazione. Eppure… i risultati non arrivano. Il tuo gluteo “non risponde”.
Potrebbe trattarsi di Dead Butt Syndrome, o amnesia del gluteo (Gluteal Amnesia): una condizione reale, studiata, e purtroppo molto diffusa, anche tra chi si allena con impegno.
Vediamo cos’è, da cosa dipende e, soprattutto, come si risolve davvero, con l’approccio giusto.
Non è un termine clinico, ma nel mondo della biomeccanica e del fitness è sempre più citato, perché rappresenta una disfunzione muscolare che limita l’attivazione dei glutei durante i movimenti quotidiani e l’allenamento, ostacolando progressi visibili e reali.
Cos’è la Dead Butt Syndrome?
Dead Butt Syndrome (DBS) è un termine non clinico, ma ormai riconosciuto nel linguaggio biomeccanico e sportivo, che indica una difficoltà di attivazione neuromuscolare del gluteo medio e massimo.
In altre parole, i glutei “non si attivano correttamente”, o non sono prioritari nel reclutamento muscolare, anche quando li stai allenando.
Anche se stai facendo gli esercizi giusti, magari sono altri muscoli, come femorali, quadricipiti o zona lombare, a compensare il loro ruolo.
Questa “amnesia muscolare” può emergere in persone sedentarie, ma anche in soggetti attivi e sportivi: runner, ciclisti, e persino chi pratica regolarmente palestra.
Cause principali
Alla base di questa condizione ci sono cause posturali, neurologiche e funzionali, che spesso si sommano.
1. Sedentarietà e postura protratta
Una delle più comuni è senza dubbio la prolungata posizione seduta. Stare per ore su una sedia, ogni giorno, disattiva progressivamente i glutei e crea un’iperattivazione compensatoria nei muscoli antagonisti, in particolare negli ileopsoas e nei lombari. Il corpo si abitua a un pattern motorio “viziato”, in cui il gluteo viene escluso o coinvolto in ritardo.
2. Schemi motori alterati
Anche chi si allena può soffrirne, soprattutto se gli esercizi vengono eseguiti senza una buona tecnica, o se si caricano schemi motori non ben consolidati. In questi casi, è il corpo stesso a “deviare” l’attivazione verso muscoli più forti o dominanti, come il quadricipite, lasciando i glutei ai margini del movimento.
3. Debolezza cronica o compensi
A peggiorare la situazione può esserci un bacino instabile, una lordosi accentuata, o semplicemente una debolezza cronica non corretta da un lavoro mirato.
Studi come quello di Nelson-Wong et al. (Clin Biomech, 2012) hanno mostrato che una bassa attivazione del gluteo medio è correlata a instabilità lombopelvica e rischio aumentato di lombalgia.
Come riconoscerla
Non serve una risonanza. Ecco alcuni segnali pratici:
• Non senti i glutei lavorare durante esercizi mirati
• Senti più il femorale, il quadricipite o i lombari
• Non hai miglioramenti estetici o funzionali nonostante l’impegno
• Hai spesso fastidi nella zona lombare o sacrale
• La posizione seduta prolungata ti causa tensioni pelviche
Rimedi concreti: cosa fare nel fitness
Il gluteo si riattiva. E cresce. Ma ha bisogno prima di essere risvegliato, poi rinforzato.
Non serve fare solo squat più pesanti: serve riprogrammare il reclutamento motorio in modo efficace e progressivo.
1. Attivazione muscolare mirata
Prima dell’allenamento:
• Glute bridge (con pausa isometrica in alto)
• Clamshell con elastico
• Fire hydrant, donkey kick, monster walk
Obiettivo: “risvegliare” il gluteo prima di caricarlo.
2. Lavoro in isolamento
Dedicare almeno una parte del lavoro a movimenti monoarticolari, con angoli biomeccanici vantaggiosi per i glutei:
• Hip thrust (carico progressivo)
• Abduzioni da decubito laterale
• Estensioni dell’anca in quadrupedia o in pulley
3. Mobilità dell’anca e decompressione
• Stretching dinamico di ileopsoas e flessori
• Mobilità articolare in estensione e abduzione
• Riduzione dei compensi lombari (core stability)
4. Progressione tecnica
• Curare la meccanica dello squat e degli affondi
• Lavorare su controllo e tempo sotto tensione
• Privilegiare la qualità del reclutamento, non solo il carico
Uno studio del 2022 (Youdas et al., J Orthop Sports Phys Ther) ha mostrato che l’Hip Thrust è tra gli esercizi con massima attivazione elettromiografica del gluteo massimo, superiore a squat e stacco in molti soggetti.
Conclusione
Dead Butt Syndrome non è una diagnosi clinica, ma un fenomeno reale.
Se i glutei “non rispondono”, il problema non è solo estetico: è funzionale.
Il gluteo è il motore posteriore del corpo umano. Ignorarlo significa esporsi a dolori, instabilità, scarsi risultati.
La buona notizia?
Si può recuperare.
Con un programma personalizzato, progressivo e consapevole — costruito non solo per allenare, ma per riattivare e rafforzare in modo efficace.
Fonti scientifiche principali
1. Nelson-Wong E. et al. Gluteus medius activation and low back pain development. Clin Biomech. 2012.
2. Youdas JW, et al. Electromyographic analysis of gluteus maximus during resistance exercises. J Orthop Sports Phys Ther. 2022.
3. Distefano L. et al. Gluteal muscle activation during common therapeutic exercises. J Orthop Sports Phys Ther. 2009.
4. Khuu A. et al. Role of hip abductor strength in lumbopelvic stability. Phys Ther Sport. 2020.